Dal giornale Vita e Mare

Collegio Capitani disponibile al dialogo

Mentre a livello globale i risultati finanziari delle compagnie di navigazione toccano veri e propri vertici record e il portafogli degli ordini navi cresce e rimpingua le casse dell’industria cantieristica, anche all’Italia si chiede di stare al passo coi tempi: l’innovazione è alle porte e i finanziamenti sembrerebbero disponibili. Ma non dovrebbe essere la politica in prima fila a indirizzare gli investimenti pubblici e privati verso la Blue Economy e le attività correlate?
Questo settore crea posti di lavoro, aumenta i livelli di reddito pro capite e riduce le emissioni di gas serra, tuttavia nel nostro Paese si lamentano ancora tante criticità. A cominciare dall’ultimo richiamo da parte degli addetti ai lavori, preoccupati per lo stop alla digitalizzazione dei porti: Federlogistica-Conftrasporto denuncia che è tutto fermo, se non i soldi pubblici sprecati. “Non è ancora chiaro -dichiara l’associazione- quali siano le priorità che si vogliono dare a supporto di imprese che, a partire dalla cyber security, necessitano di supporto concreto. I 250 milioni previsti dal PNRR per l’implementazione della piattaforma digitale logistica nazionale rischiano di essere destinati dal governo ad altre attività a causa dei ritardi che si stanno accumulando.
Andrebbero invece spesi per un disegno di grande profilo, e non di micro assistenza alle aziende”.
Per proseguire con l’allarme da parte di Confitarma che lamenta “con rammarico” il mancato accoglimento delle proposte emendative per il recupero delle risorse stanziate per il nuovo incentivo al trasferimento modale delle merci strada/mare per il 2022. I finanziamenti originariamente stanziati -ridotti rispetto al precedente Marebonus – rischiano di essere ulteriormente assottigliati a causa dalla perdita delle quote relative al 2022 in ragione della mancata adozione del regolamento di attuazione. L’emendamento, peraltro a costo zero, mirava al recupero degli importi (39 milioni di euro) già stanziati dalla legge di bilancio 2021 e dal c.d. decreto n.21/2022, destinandoli alle successive annualità 2023 e 2024. Confitarma spera che “il Governo agisca prontamente al fine di evitare tale riduzione di risorse e assicuri, invece, nuovi stanziamenti aggiuntivi a questo efficiente strumento. È noto, infatti, che, a parità di risparmio energetico ottenuto, il costo per lo Stato del Marebonus è stato pari a un decimo di quello pre visto per il Superbonus 110%”.
Marebonus è lo strumento che nel corso degli anni ha permesso di realizzare una vera sostenibilità ambientale favorendo le Autostrade del Mare e quindi riducendo traffico, incidentalità e inquinamento su strade e autostrade, per il quale da anni si parla dell’esigenza di renderlo strutturale e adesso, al contrario, viene stralciato.
Avanza il sospetto che la politica non sia al passo coi tempi e non riesca a programmare, figuriamoci nel settore specificatamente marittimo, su cui tutto tace, come precipitato nel dimenticatoio. A dispetto del favore con cui è stato accolto il nuovo ministero del Mare, notiamo la difficoltà nel cogliere le problematiche dei marittimi e considerarli motore principale di un settore in piena ripresa.
Attendiamo che qualche com pagine politica interessata abbia la volontà di ascoltare le associazioni come la nostra, che da anni si impegnano (siamo arrivati in Parlamento con diverse proposte a tutela del lavoro marittimo) nel tentativo di semplificare la vita di professionisti che fanno invidia a tutto il mondo. Ma la politica ancora non lo sa?

GIOVANNI LETTICH
(Presidente nazionale Collegio Capitani)

     

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