Redazione
17 Marzo 2023 09:19

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https://www.seguonews.it/a-san-cataldo-i-sabatini-di-devozione-il-18-marzo-e-la-volta-della-madonna-delle-grazie

L’articolato rituale delle celebrazioni della Settimana Santa sancataldese è preceduto da un lungo prologo che dura per tutto il periodo della Quaresima: “prumissioni” o “voti” per grazia chiesta o ricevuta, che sono all’origine di una serie di processioni e riti, espressione di antiche forme di pietà popolare, la cui genesi è da ricercare nella storia che il paese ha vissuto nell’Ottocento, quando era forte, da parte del popolino, l’esigenza di riunirsi in associazioni e corporazioni. Questi momenti di aggregazione popolare e di genuina partecipazione religiosa al culto della Madonna nei suoi vari titoli, culminano ancora oggi nei cosiddetti “sabati di devozione” o “sabatini”, che hanno luogo ogni sabato per le sei settimane precedenti la Domenica delle Palme. I simulacri della Madonna, appartenenti ai vari ceti, vengono custoditi e venerati per un anno intero nelle abitazioni delle famiglie che ne hanno fatto richiesta, le quali diventano punto di riferimento per quanti nel quartiere, e non solo, si riuniscono ogni giorno per recitare il “Santo Rosario” e intonare canti mariani.
Il venerdì, i simulacri lasciano la famiglia che li ha ospitati e sono portati in processione alla Madrice. Ne usciranno, sempre in processione, l’indomani pomeriggio, dopo la celebrazione della Santa Messa, con la banda musicale e i rappresentanti delle corporazioni o dei comitati, per raggiungere la nuova famiglia ospitante che in segno di festa, come da tradizione, accoglierà la Madonna con giochi pirotecnici e distribuendo ai presenti ceci e vino (ciciri e vinu). Ancora oggi, i devoti che seguono la processione usano tenere nelle mani dei ramoscelli di alloro, pianta sempreverde simbolo di vittoria e di rinascita.
Sabato 18 marzo 2023 è il quarto sabatino, quello dei “burgisi” (piccoli proprietari terrieri e grossi gabelloti), che venerano la Madonna delle Grazie. Tale devozione ha origini molto antiche, e ciò è attestato dall’esistenza di un seicentesco santuario dedicato alla Madonna delle Grazie di cui, ancora oggi, è possibile ammirare i suggestivi ruderi, in una contrada che anticamente si chiamava “di la Grazia”. Nella sagrestia della Chiesa Madre è custodito un ottocentesco paliotto dipinto nel quale è raffigurata la storia del ritrovamento miracoloso del quadro della Santa Vergine che era venerato nell’antico santuario, da cui, si narra, ebbe origine la sua costruzione. Ritrovamento avvenuto durante l’aratura del terreno. Leggenda o verità, il prodigioso avvenimento dei buoi che si immobilizzano davanti ad un’effige mariana nascosta tra le zolle, sottolinea l’antico legame tra la maestranza rurale e la Madonna venerata sotto il titolo di Madonna delle Grazie (‘a Bedda Matri di li Grazii).
I Burgisi hanno espresso, nel tempo, il loro attaccamento alla Madonna non soltanto con la partecipazione alla tradizione dei Sabatini, ma anche con altre manifestazioni di devozione. Ad esempio, nei primi anni del novecento, finanziando la costruzione dell’altare centrale della chiesa dei mercedari (il Convento) nel quale è stato collocato l’ottocentesco simulacro opera del noto scultore Cardella di Agrigento. E, sempre negli stessi anni, commissionando la splendida statua che viene portata in processione, ancora oggi, il terzultimo sabato di quaresima.
La stessa, tra il 2022 e i primi mesi del 2023, è stata interessata da un intervento di restauro per mano di Lucia Emma, che prosegue l’antica tradizione di famiglia. Gli Emma operano, da circa un secolo, nel campo della realizzazione e restauro di opere d’arte sacra. Ed è proprio al capostipite Giuseppe Emma Senior che il simulacro è stato per lungo tempo attribuito mentre, da quest’ultimo restauro, è emerso che, quasi certamente, trattasi di un’opera del maestro cartapestaio Giuseppe Malecore di Lecce, ben noto ai sancataldesi per aver realizzato diverse opere per la città, nei primi decenni del Novecento. I Malecore sono una delle botteghe artigiane più prestigiose di Lecce, da sempre, capitale mondiale della cartapesta, nonché gli autori dei Misteri (le Vare) sancataldesi che sfilano in processione nella tarda mattinata del Venerdì Santo. I festeggiamenti avranno luogo domani, in Chiesa Madre, con la Santa Messa alle ore 18:00 e con la processione, a seguire, che accompagnerà il pregevole simulacro in casa della famiglia ospitante.

L’articolato rituale delle celebrazioni della Settimana Santa sancataldese e? preceduto da un lungo prologo che dura per tutto il periodo della Quaresima: “prumissioni” o “voti” per grazia chiesta o ricevuta, che sono all’origine di una serie di processioni e riti, espressione di antiche forme di pieta? popolare, la cui genesi e? da ricercare nella storia che il paese ha vissuto nell’Ottocento, quando era forte, da parte del popolino, l’esigenza di riunirsi in associazioni e corporazioni. Questi momenti di aggregazione popolare e di genuina partecipazione religiosa al culto della Madonna nei suoi vari titoli, culminano ancora oggi nei cosiddetti “sabati di devozione” o “sabatini”, che hanno luogo ogni sabato per le sei settimane precedenti la Domenica delle Palme. I simulacri della Madonna, appartenenti ai vari ceti, vengono custoditi e venerati per un anno intero nelle abitazioni delle famiglie che ne hanno fatto richiesta, le quali diventano punto di riferimento per quanti nel quartiere, e non solo, si riuniscono ogni giorno per recitare il “Santo Rosario” e intonare canti mariani.

Il venerdi?, i simulacri lasciano la famiglia che li ha ospitati e sono portati in processione alla Madrice. Ne usciranno, sempre in processione, l’indomani pomeriggio, dopo la celebrazione della Santa Messa, con la banda musicale e i rappresentanti delle corporazioni o dei comitati, per raggiungere la nuova famiglia ospitante che in segno di festa, come da tradizione, accogliera? la Madonna con giochi pirotecnici e distribuendo ai presenti ceci e vino (ciciri e vinu). Ancora oggi, i devoti che seguono la processione usano tenere nelle mani dei ramoscelli di alloro, pianta sempreverde simbolo di vittoria e di rinascita.

Sabato 18 marzo 2023 è il quarto sabatino, quello dei “burgisi” (piccoli proprietari terrieri e grossi gabelloti), che venerano la Madonna delle Grazie. Tale devozione ha origini molto antiche, e ciò è attestato dall’esistenza di un seicentesco santuario dedicato alla Madonna delle Grazie di cui, ancora oggi, è possibile ammirare i suggestivi ruderi, in una contrada che anticamente si chiamava “di la Grazia”. Nella sagrestia della Chiesa Madre è custodito un ottocentesco paliotto dipinto nel quale è raffigurata la storia del ritrovamento miracoloso del quadro della Santa Vergine che era venerato nell’antico santuario, da cui, si narra, ebbe origine la sua costruzione. Ritrovamento avvenuto durante l’aratura del terreno. Leggenda o verità, il prodigioso avvenimento dei buoi che si immobilizzano davanti ad un’effige mariana nascosta tra le zolle, sottolinea l’antico legame tra la maestranza rurale e la Madonna venerata sotto il titolo di Madonna delle Grazie (?a Bedda Matri di li Grazii).

I Burgisi hanno espresso, nel tempo, il loro attaccamento alla Madonna non soltanto con la partecipazione alla tradizione dei Sabatini, ma anche con altre manifestazioni di devozione. Ad esempio, nei primi anni del novecento, finanziando la costruzione dell’altare centrale della chiesa dei mercedari (il Convento) nel quale è stato collocato l’ottocentesco simulacro opera del noto scultore Cardella di Agrigento. E, sempre negli stessi anni, commissionando la splendida statua che viene portata in processione, ancora oggi, il terzultimo sabato di quaresima.

La stessa, tra il 2022 e i primi mesi del 2023, è stata interessata da un intervento di restauro per mano di Lucia Emma, che prosegue l’antica tradizione di famiglia. Gli Emma operano, da circa un secolo, nel campo della realizzazione e restauro di opere d’arte sacra. Ed è proprio al capostipite Giuseppe Emma Senior che il simulacro è stato per lungo tempo attribuito mentre, da quest’ultimo restauro, è emerso che, quasi certamente, trattasi di un’opera del maestro cartapestaio Giuseppe Malecore di Lecce, ben noto ai sancataldesi per aver realizzato diverse opere per la città, nei primi decenni del Novecento. I Malecore sono una delle botteghe artigiane più prestigiose di Lecce, da sempre, capitale mondiale della cartapesta, nonché gli autori dei Misteri (le Vare) sancataldesi che sfilano in processione nella tarda mattinata del Venerdì Santo. I festeggiamenti avranno luogo domani, in Chiesa Madre, con la Santa Messa alle ore 18:00 e con la processione, a seguire, che accompagnerà il pregevole simulacro in casa della famiglia ospitante.

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